Doveva essere un viaggio tranquillo.

Dovevamo viaggiare con calma e fermarci per ammirare i paesaggi o farci ispirare dalle stradine di paese, che abbiamo deciso di fare invece dell’autostrada, e invece no. Siamo sempre in ritardo e va a finire che dobbiamo correre (senza prendere più multe, però). Corriamo per arrivare alle nostre mete ma quando arriviamo, quando ci intrufoliamo nelle scuole nel bosco, o negli agrinidi, o nelle fattorie didattiche, o semplicemente nelle campagne vissute, verdi, piene di bambini, lì il tempo rallenta. Le corse nei campi, il gioco libero, le arrampicate, detto così può sembrare un contesto molto movimentato, e invece il ritmo è quello della lumaca, lento, rispettoso dei tempi di tutti, per apprendere, per provare, per conoscersi, per approfondire, per incuriosirsi. E questo tempo viene trasmesso a chi entra e a chi sa percepirlo. Ecco cosa ho sentito a nei luoghi visitati in Sicilia.

Coccodè, a Bronte, pullula di bambini, dai 18 mesi ai 14 anni. Un gruppo misto che, grazie alla diversità di esperienze, di passioni, di competenze, ha insegnato ai bambini ad aiutarsi l’un l’altro. Abbiamo conosciuto Milena e le educatrici del centro estivo, che si tiene in questo periodo, ma soprattutto abbiamo conosciuto i bambini. Ognuno, a modo suo, ci ha raccontato qualcosa di sé e di come viveva il suo ‘fuori’. Devo dire che Coccodè ha un ‘fuori’ bellissimo, un’antica corte, uno spazio ricco di stimoli, il fiume da una parte, il lago dall’altra e l’Etna sopra di noi. Indescrivibile il senso di piena bellezza che si percepiva sostandoci. Vorrei raccontare tanto ma lascerò parlare le immagini. Milena ci ha insegnato tanto, in un solo giorno insieme, nei suoi atteggiamenti gentili si nasconde tanta forza e passione per quello che fa.

A casa di Momo, ad Acireale, è una sorpresa. Avete presente il libro di Michael Ende? Io l’ho scoperto lì. Momo è una bambina che non sa leggere né scrivere, ma sa ascoltare; è lei a fermare i Signori Grigi, degli uomini col cappello che rubano il tempo alle persone riempiendo loro la testa con l’idea di ‘risparmio del tempo’. Anche qui il tempo è un tema centrale. Altrettanto centrale è la posizione di questo asilo nel bosco (ora, anche Scuola Primaria), formato da spazi verdi di cui alcuni soprannominati dai bambini il sopra-sopra, il sotto-sotto, ed il sotto-sopra. Meraviglioso. A casa di Momo è la dimostrazione che in città ci si può ritagliare un angolo di bosco, ed è evitando che si trasformi in un parcheggio che si fa la vera rivoluzione. Soprattutto, se al posto di un parcheggio ci si fa un luogo di magia, apprendimenti, sperimentazione educativa, semplicità.

Stanchi, pieni, stimolati ed incuriositi, mercoledì siamo stati a Noto. Piccoli Passi è un centro che si occupa di educazione motoria in natura. Ho dovuto sforzarmi per trovare un’etichetta che descrivesse questo posto e il lavoro che portano avanti Vincenzo, Marco, Barbara, Dalila e altre persone che purtroppo non abbiamo conosciuto. Mi ha colpito però proprio il fatto che si partisse da un obiettivo educativo come quello dell’educazione al movimento. Lì ho ragionato sul fatto che lo spazio naturale, semplicemente, offre infinite possibilità di superare le proprie difficoltà, apprendere le prime abilità motorie, sperimentare l’equilibrio, vivere l’ampiezza dello spazio, sviluppare l’attenzione a ciò che ci circonda (una radice a terra? forse la prima volta cado e mi sbuccio le ginocchia, ma la seconda la vedo e provo ad oltrepassarla, la terza volta so che in quel punto c’è una radice e metto in atto delle azioni del superarla). Piccoli Passi è questo ma anche tanto altro, è semplicità, è arte, è bellezza, è gentilezza e rispetto, è grandi alberi che creano spazi raccolti, e riserve naturali che offrono infiniti spunti, è attenzione e ricerca pedagogica ed io sono rimasta con la voglia di riabbracciarli tutti e il desiderio di lavorare lì.

Sara